Cinque storie di donne che non si lasciano trascinare dal destino. Niente fatalità, non mancano gli ostacoli che daranno forza alla vita.

Amano, sono lasciate, consapevoli della precarietà dei sentimenti loro e degli altri, soprattutto degli altri.

Hanno in comune la fortuna di essere state allevate da famiglie affettuose.

Come affrontare il dolore dopo la perdita di una persona amata.

Storie di tutti noi e qualche considerazione personale. Come resistere a un "Amarcord"?

Una serie di brevi storie indipendenti, di personaggi femminili:

- Margherita. Il lavoro mi ha riempito ogni secondo delle giornate, un impegno fatto di discrezione, tradurre un autore senza tradirlo non era semplice, molto accattivante. Mai ripetitivo, ci si incontrava tante personalità di scrittori, come nella vita, spesso interessanti, qualche volta megalomani, intriganti, pesanti, qualcuno meraviglioso, sempre molto interessati a non farsi fraintendere.
-Frivola. Silvia nacque in primavera, all'inizio di maggio, il sole splendeva, sua madre la mise al mondo di mattina alle nove, dopo un travaglio breve, graditissima, preceduta da due maschi di dodici e tredici anni.
- Ficcanaso emerita. Dopo anni di noia, ogni anno più intollerabile, mi sono detta, vecchietta mia, questa vita non ti mollerà così presto, fattene una ragione, sei in uno stato di conservazione relativamente accettabile, datti una mossa, basta con la televisione, trovati un'occupazione.
- Mirta. Mirta è nata fortunata, una quantità di fate le regalarono una famiglia affezionata, una salute di ferro, un fisico grazioso, un viso particolare molto delicato e una chioma fiammeggiante che la rendeva visibile ovunque andasse.
-I frontalieri. Debora si alza ogni mattina alle cinque e trenta, prende il treno delle sei e trenta, inizia il lavoro di cameriera alle sette precise nel bar della stazione, dell'altra parte della frontiera, in Svizzera.

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